Affari e assistenza nel 300 a Siena
Nel corso della sua millenaria storia l'ospedale di Santa Maria della Scala non svolse solo funzioni di assistenza e accoglienza , ma fu anche collettore di denari e carità. Nel libro del debito vecchio e del debito nuovo furono registrati centinaia di conti correnti aperti da una variegata umanità che affidò alle esperte mani del Camerlengo migliaia di fiorini per essere investiti e dai quali ottenere un interesse o una rendita. I soldi depositati venivano iscritti nel libro del debito e da quel momento entravano nella disponibilità dell'Ospedale che poteva a sua volta investirli e farli fruttare. Lo scrittore dell'Ospedale rilasciava una ricevuta, detta scritta, nella quale era indicato l'importo e le condizioni del conto corrente, oltre ai vincoli e agli interessi pattuiti. Il depositante poteva trarre infatti dal proprio deposito un interesse , circa il 5%, o l'uso gratuito di un bene fondiario o di una casa. Succedeva infatti che, arrivati ad una certa età, alcuni coniugi o vedove, decidessero di lasciare tutto all'ospedale in cambio di un alloggio all'interno o nelle immediate vicinanze . Per queste operazioni l'ente disponeva di personale specializzato in grado di consigliare, come i moderni consulenti finanziari, il miglior investimento. La fortuna di queste iniziative si basava sulla grande prestigio di cui godeva l'Ospedale grazie alle straordinarie competenze dei suoi uomini , rettori e oblati che provenivano dall'area amministrativa pubblica e dalle compagnie bancarie, e che potevano garantire una grande esperienza e capacità di gestione del denaro . Di fatto, dunque , il rettore operava come un banchiere, e quello dell'ospedale era un banco che si ispirava alle regole delle banche private. I soldi incassati furono investiti in beni immobili, case, campi, mulini , e furono prestati spesso al comune, sempre bisognoso di liquidità, che li rendeva con un tasso del 10-30% . Fu dunque grazie ad una esperta classe dirigente che l'Ospedale fu in grado di proteggere il risparmio di tanti cittadini di ogni ceto sociale, e di far crescere al contempo, il suo enorme patrimonio immobiliare cosa che gli fu molto utile nei momenti di crisi di fine 300. Ho avuto il piacere di fare un interessante tour al santa Maria della Scala su questo interessantissimo argomento Per approfondire : Gabriella Piccinni Il banco dell’ospedale di Santa Maria della Scala e il mercato del denaro nella Siena del Trecento, Pisa, Pacini, 2012 |